busta

sf. [sec. XIX; dall'ant. francese boiste, risalente al latino tardo buxis-ídis, propr. scatola di bosso].

1) Involucro quadrangolare di carta, chiuso su tre lati e munito di un lembo gommato sul quarto, per chiudervi e spedire lettere: busta chiusa; busta affrancata, munita di francobollo; busta a finestrella, con un riquadro di carta trasparente attraverso il quale si può leggere l'indirizzo scritto sulla lettera, in uso particolarmente negli uffici; busta paga, nella quale è contenuto lo stipendio di impiegati e operai. Deve essere corredata di tutti gli elementi che compongono la retribuzione, le eventuali trattenute, le ore lavorative effettuate, ecc.

2) Cartella di pelle, plastica, cartone o altro materiale, di forma analoga, per riporvi carte, documenti, giornali, ecc.; borsetta. Per estensione, custodia, astuccio; berretto a busta, bustina. § Busta bollata, predisposta dall'Amministrazione postale e recante l'impronta del francobollo. Essa è largamente usata negli USA, nell'URSS e in Gran Bretagna. In Italia il suo uso è stato ripristinato abbastanza di recente con la creazione della cosiddetta busta di Stato. § Busta lettera postale (abbreviazione B.L.P.), busta recante avvisi pubblicitari venduta già affrancata con francobolli sovrastampati B.L.P. a un prezzo di 5 centesimi inferiore al valore di affrancatura dei francobolli apposti su essa. Le buste lettere postali furono poste in corso in Italia nel gennaio 1921 in base a una concessione novennale, di cui fu beneficiaria la Federazione nazionale dei comitati di assistenza ai ciechi, storpi e mutilati. § Busta primo giorno (dall'inglese first day cover, abbreviato in fdc nella letteratura filatelica internazionale), in filatelia è detta così la busta affrancata con uno o più francobolli annullati nel giorno della loro emissione. Per solito nel linguaggio filatelico si riserva questa espressione a una busta illustrata, di formato standardizzato, prodotta industrialmente in occasione di una determinata emissione di francobolli.