blòcco (medicina)
cessazione momentanea o permanente di una funzione fisiologica. § Blocco aereo, ostacolo al normale riempimento e svuotamento di aria nei polmoni e al flusso ematico polmonare provocato da fuoriuscita di aria dagli alveoli polmonari verso il tessuto interstiziale polmonare e il mediastino. § Blocco articolare, improvvisa immobilizzazione di un'articolazione durante l'esecuzione di un movimento. Il più delle volte è determinato da una lesione del menisco mediale alla faccia interna del ginocchio. § Blocco cardiaco, difettosa propagazione dello stimolo cardiaco lungo il tessuto specifico di conduzione (vedi aritmia ed elettrocardiogramma). Si conoscono un blocco incompleto, uno di I e uno di II grado, tutti di competenza cardiologica e in genere compensabili. Il blocco cardiaco può inoltre essere congenito o acquisito in seguito a cardiopatie o malattie coronariche contratte nel corso della vita. I casi più conclamati sono oggi rimediabili con l'applicazione di pace-makers. § Blocco dell'orecchio, otopatia barotraumatica che colpisce i subacquei, o gli addetti a lavori in ambienti ad aria compressa, già affetti da infezioni delle vie aeree superiori. § Blocco renale, anuria da soppressione della funzione dei tubuli renali. § Blocco paravertebrale, infiltrazione del ganglio stellato con procaina, eseguito a scopi terapeutici nell'apoplessia, nella tachicardia, ecc. § Blocco nervoso, interruzione della conduzione degli impulsi nervosi nelle fibre di nervi periferici o del sistema nervoso centrale. Questa interruzione può essere realizzata sia con mezzi chimici che fisici. Il blocco chimico può essere ottenuto con anestetici locali o con sostanze che ledono le fibre nervose (sostanze neurolitiche). Gli anestetici locali provocano un blocco transitorio (di qualche ora) perfettamente reversibile, per cui si ricorre a essi per ottenere anestesia di una regione del corpo che deve essere sottoposta a intervento chirurgico. Le sostanze neurolitiche (alcol, fenolo, glicerolo), a seconda della concentrazione a cui vengono usate, danneggiano le fibre nervose in modo più o meno grave, per cui provocano un blocco prolungato o definitivo. Si ricorre a queste sostanze per ottenere analgesian una regione del corpo affetta da dolore incoercibile, in genere di natura neoplastica o compressiva. Il blocco della conduzione nervosa può essere ottenuto anche con mezzi fisici (calore, freddo, sezione chirurgica delle vie nervose), che ledendo le fibre nervose provocano un blocco definitivo. In particolare oggi sono molto utilizzati i blocchi termici (termolesioni o criolesioni a radio frequenza) che, offrendo il vantaggio di ledere selettivamente le sottili fibre che conducono il dolore, permettono di impiegare precisi parametri termici e quindi di risparmiare le grosse fibre della sensibilità generale e della motricità. Oltre alla perdita della sensibilità, una lesione nervosa estesa non solo alle fibre del dolore ma a tutte le fibre sensitive, può provocare, a distanza di settimane e mesi, nella zona di anestesia, la comparsa di un dolore intrattabile, resistente perfino ai morfinici, detto dolore da deafferentazione o anestesia dolorosa. Ecco perché i blocchi lesivi non selettivi (alcolici, sezione chirurgica delle vie nervose) si applicano solo negli stadi terminali del dolore, quando le aspettative di vita del paziente sono di breve durata. Le termolesioni selettive delle fibre nervose trovano invece la loro principale indicazione in quelle sindromi dolorose croniche benigne (con aspettative di vita normale) come le nevralgie essenziali ribelli a ogni trattamento medico. Il blocco può essere effettuato a livello del sistema nervoso periferico e centrale. A livello del sistema nervoso periferico si possono bloccare vie somatiche e vie simpatiche. Le prime possono essere bloccate a livello estremamente periferico (mucose, sottocute) mediante spray o gel anestetici o infiltrazioni sottocutanee di anestetici; inoltre a livello dei nervi periferici (nervi intercostali, nervi cranici, nervo sciatico, nervi tibiali) quando si vuole bloccare una regione molto circoscritta; a livello di plessi nervosi (plesso brachiale) se si vuole bloccare l'arto superiore; a livello delle radici nervose (blocco paravertebrale ed epidurale) se si vuole anestetizzare una zona del corpo corrispondente a esse. Le vie simpatiche possono essere bloccate a livello degli effettori periferici (blocco regionale endovenoso con farmaci simpatico-litici), a livello dei gangli e plessi paravertebrali (simpatico lombare) e prevertebrali (ganglio stellato, celiaco). A livello del sistema nervoso centrale le vie nervose possono essere bloccate nel midollo spinale (anestesia subaracnoidea, analgesia selettiva subaracnoidea con morfinici, termolesione del fascio spinotalamico anterolaterale) e sopraspinale (morfinici nella cisterna magna o nei ventricoli laterali, lesioni stereotassiche talamiche e ipotalamiche).