blòcco (diritto internazionale)
misura di carattere militare consistente nell'interruzione delle linee di comunicazione verso il territorio di uno Stato per annullarne le possibilità di commercio. L'uso del blocco non si rinviene fra i popoli dell'antichità, perché privi dei mezzi necessari; nel Medioevo lo stato di guerra comportava la soppressione di qualsiasi commercio non solo fra le potenze belligeranti ma anche fra queste e i popoli neutrali; lo scopo era quindi raggiunto anche senza il blocco propriamente detto. Il bisogno e la possibilità d'isolare commercialmente territori nemici cominciarono ad avere concretezza con la dotazione di efficaci armi da fuoco sulle navi da guerra e con l'aumentato sviluppo dei commerci nel sec. XVI. Nacquero così i primi blocchi, più fittizi che reali, consistendo generalmente in un'ordinanza emanata dalla nazione belligerante nella quale si dichiarava lo stato di blocco del tal porto o costa nemica. L'ordinanza veniva notificata ai Paesi neutrali affinché interrompessero ogni commercio nei luoghi bloccati. Nei trattati internazionali stipulati nei sec. XVI e XVII si cominciò a far menzione del blocco e si stabilirono norme che ne regolavano l'esecuzione. Si trattava, peraltro, sempre di blocchi fittizi, vale a dire di regolamentazione di un diritto consistente nella mera dichiarazione dello Stato belligerante che sanciva il blocco di porti e coste nemiche a cui non seguivano mai concrete misure militari. Tale prassi ebbe vigore fino al sec. XVII, alla fine del quale cominciò a formarsi un diritto convenzionale fra Stati in cui, per la legittimità delle misure di blocco, si esigeva un effettivo impegno militare. È interessante notare che contro le pretese degli Stati belligeranti vi fu una reazione di quelli neutrali, tendente a combattere il blocco militare e a favorire il commercio. Il primo passo in questo senso culminò con la costituzione della Lega della Neutralità Armata, promossa nel 1780 per iniziativa della Russia e a cui aderirono, fra gli altri, la Svezia, la Danimarca, l'Austria e il Regno delle due Sicilie. § Blocco militare è definito e caratterizzato nella sua natura e nelle sue differenziazioni dal diritto internazionale, esplicitato nelle dichiarazioni di Parigi (1856) e Londra (1909). Si ha quindi un blocco ravvicinato, quando mezzi navali, aerei, mine, ostruzioni ostacolano da vicino l'accesso a un porto o a un tratto di costa del Paese nemico, e un blocco a distanza, quando lo stanziamento dei mezzi bloccanti avviene su tutte le vie di accesso obbligate verso il Paese nemico; agli effetti giuridici inoltre il blocco deve essere dichiarato dallo Stato che lo vuol porre in atto con la precisa determinazione dello spazio geografico su cui verrà esercitato, della data d'inizio e del termine ultimo per l'uscita delle navi neutrali; la notifica ai Paesi neutrali deve essere fatta per via diplomatica alle autorità della zona bloccata dal comandante delle forze del blocco; per ogni violazione da parte delle navi neutrali, la legge internazionale prevede la confisca della nave assieme al suo carico. A far da contrappeso ai dubbi suscitati in campo giuridico sulla liceità o meno del blocco bellico è stata elaborata la distinzione del blocco pacifico, che avviene al di fuori dello stato di belligeranza; in questo ordine abbiamo il blocco giuridico, per costringere uno Stato a osservare un obbligo internazionale; il blocco umanitario, per far desistere uno Stato da atti contrari alla legge umana (genocidio, segregazione razziale, oppressione delle minoranze, ecc.); il blocco politico, imposto da uno o più Stati per piegare un altro Stato a sottomettersi alla loro volontà politica. Le condizioni del blocco pacifico sono uguali a quelle del blocco bellico. Si disputa però sulla liceità di bloccare, deviare o confiscare senza indennizzo navi o aerei sorpresi a violare il blocco. § Con l'evoluzione dei mezzi bellici, soprattutto aerei, le misure di blocco sono diminuite di efficacia potendo essere superate da efficienti contromisure. Tipico esempio è quello del blocco di Berlino effettuato nell'immediato dopoguerra dalla Repubblica Democratica Tedesca e dall'Unione Sovietica per isolare la zona occidentale della città. Tale misura poté essere neutralizzata attraverso l'istituzione di un ponte aereo atto a rifornire la città stessa e consentirne le comunicazioni con l'esterno.