bioastronàutica
sf. [XX sec.; bio-+astronautica]. Studio dei problemi biologici, comportamentali e medici relativi agli astronauti. § La NASA e le altre agenzie spaziali si occupano da molti anni di studiare la radiazione cosmica ed i suoi effetti biologici. I risultati di queste ricerche vengono considerati fondamentali per programmare le missioni di lunga durata. Le attività americane in questo settore sono concentrate allo Specialized Center for Research and Training (NSCORT), un programma di ricerca finanziato dalla NASA e gestito dalla Università della California a Berkeley e dall'Università del Colorado. Tra i problemi principali delle lunghe permanenze nello spazio c'è quello delle radiazioni ionizzanti. Queste fanno parte anche dell'ambiente terrestre e tutti gli esseri umani sono esposti a radiazioni nell'arco della vita: radionuclidi si trovano nel suolo, nei cibi e nell'aria, ed a questi vanno sommate le sorgenti artificiali, come quelle usate in radiodiagnostica. Ma le radiazioni esistono anche nello spazio e costituiscono in tal caso una delle più serie limitazioni all'esplorazione umana nel cosmo. La radiazione spaziale è diversa da quella presente sulla Terra. Nello spazio extraterrestre gli astronauti sono esposti a ioni pesanti, particelle cariche di elevata energia e alto numero atomico (per esempio il ferro) che innalzano la dose ricevuta: un giorno sulla Stazione Spaziale Internazionale(ISS) provoca l'assorbimento di una dose di radiazioni pari a diversi mesi sulla Terra. Inoltre, gli effetti biologici degli ioni carichi di alta energia sono poco conosciuti. Di particolare interesse è l'effetto bystander, per cui se una cellula è colpita da una particella carica, anche le cellule adiacenti, pur non colpite, risultano danneggiate. Anche l'instabilità genomica riveste grande importanza: è stato infatti scoperto che cellule esposte a ioni pesanti, pur sopravvissute alle radiazioni, sviluppano, dopo molte generazioni, mutazioni ed aberrazioni nei cromosomi.