ballo

sm. [sec. XIII; da ballare].

1) L'atto e l'arte di ballare, di muovere il corpo secondo determinate regole al ritmo di una musica; danza: maestro, scuola di ballo; corpo di ballo, il complesso dei ballerini e delle ballerine di un teatro; canzone a ballo, ballata, balletto. Fig.: entrare, essere in ballo, trovarsi coinvolti in una situazione intricata dalla quale è difficile disimpegnarsi; di cose, rischiare di venir compromesso: è in ballo la tua carriera; chiamare, tirare in ballo, chiamare in causa, coinvolgere; quando si è in ballo bisogna ballare, quando si è cominciata una cosa bisogna concluderla; ballo di Marte, la guerra. § Il termine ballo è di varia accezione e servì a meglio precisare nel Quattrocento le differenze tra quel tipo di danza librata e saltata (piva, saltarello, quaternaria), detta ballo (o altadanza), e quella “passeggiata” detta appunto danza (o bassadanza), e, all'apparire della voce “balletto”, a indicare in questo una piccola azione pantomimica, generalmente di corte, in contrapposizione con la complessa composizione teatrale e spettacolare chiamata appunto ballo e, dopo il Settecento, “ballo grande”. I due termini si sono poi identificati fino al primo Novecento.

2) Festa, trattenimento danzante .

3) Il genere di musica che si balla, come valzer, mazurka, ecc.

4) Serie di movimenti non previsti di un aeromobile per effetto della turbolenza atmosferica.

5) Estens., ballo di S. Vito, popolare definizione della malattia nota come corea di Sydenham. Fig.: avere il ballo di S. Vito, detto di persona assai irrequieta.