Lessico

sm. [sec. XVII; etim. incerta].

1) Gener. al pl., peli che crescono sul labbro superiore dell'uomo e di alcuni animali: baffi folti, radi, arricciati, spioventi, ecc.; ha il baffo destro più scuro del sinistro; fig.: coi baffi, di persona o cosa eccellente; da leccarsi i baffi, detto di pietanze gustose, squisite.

2) Macchia allungata, che ricorda la forma di un baffo, sgorbio: ti sei fatto un baffo sul viso con l'inchiostro; hai un baffo di fumo sul colletto. Familiare: mi fa un baffo, mi lascia indifferente, non mi fa paura; me ne faccio un baffo, non m'importa nulla.

3) Ciascuna delle onde spumose sollevate sui due lati della prua della nave in moto.

4) Nel linguaggio tipografico, breve linea orizzontale che separa le notizie nella pagina del giornale.

Cenni storici

Secondo la moda del tempo o i gusti personali, i baffi possono assumere le fogge più diverse o venire completamente rasati, così come avviene per la barba, cui generalmente si accompagnano. L'uso dei baffi soli è stato infatti piuttosto raro nel corso dei secoli, fino a quando i nobili della corte di Luigi XIV, in omaggio al giovane sovrano imberbe, rinunciarono alla barba, conservando però i baffi che rimasero privilegio dell'entourage regale. Con la Restaurazione i baffi furono adottati dagli ufficiali dell'esercito francese come segno di tradizione aristocratica e l'uso si estese a quasi tutta l'Europa, mantenendosi fino alla prima guerra mondiale. Alcune fogge di baffi divennero famose col nome di chi le portava: regnanti (baffi alla Guglielmo II, lunghi e con le punte girate in su ad angolo retto) o attori del cinema (baffi alla Chaplin, alla Clark Gable, ecc.). Oggi barba e baffi sono tornati di gran moda nelle fogge più diverse.

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