bòrchia
sf. [sec. XVI; forse latino borcŭla per broccŭla, da broccus; cfr. brocco nel senso 3]. Dischetto di metallo, avorio, plastica o altro materiale, per lo più di forma convessa, che si applica come ornamento, specialmente per la chiusura di oggetti in cuoio, legno, ecc. (e, anticamente, usato in particolare per guarnire le copertine dei libri pregiati): gli regalò un portafoglio chiuso da una pesante borchia d'ottone; “stellato d'argento, aspro di borchia / sospese un brando ad armacollo” (Foscolo). Anche la piastrina metallica di forma analoga che si pone tra la testa dei chiodi e la superficie del corpo in cui si conficcano, per attenuare la stretta eccessiva dell'infissione diretta o per decorazione. Nel linuaggio comune il termine borchia è usato come sinonimo di coprimozzo.
Borchia in oro rinvenuta nell'antica città etrusca di Spina (fine sec. V a.C.; Ferrara, Museo Archeologico).
De Agostini Picture Library/G. Nimatallah