avicennismo

sm. [da Avicenna]. L'insieme delle correnti filosofiche che si rifanno al pensiero di Avicenna. § L'influsso di Avicenna sull'Occidente fu di notevole portata tanto nella medicina che nella filosofia: le università di Bologna e Montpellier diffusero le sue dottrine mediche e la loro influenza durò fino al Rinascimento, quando gli fu preferito Galeno; il suo pensiero fu reso noto all'Occidente a partire dal sec. XII, quando cioè lo spagnolo Domenico Gundisalvi tradusse estese parti del Libro della Guarigione. Attraverso Avicenna la filosofia di Aristotele, nella particolare interpretazione neoplatonizzante propria della tradizione araba, veniva portata a conoscenza dell'Occidente; si trattava di un aristotelismo “teologico” vicino agli interessi degli stessi pensatori latini. Questa relativa compatibilità dell'a. con la tradizione filosofica cristiana fece sì che, nonostante le condanne subite, come il decreto di Gregorio IX nel 1231, esso fosse, soprattutto nell'ambiente inglese, fuso con la filosofia agostiniana, in una prospettiva mistica che identificava nell'intelletto attivo di Avicenna l'agostiniana illuminazione interiore. Profonda influenza sulla Scolastica e sulla formazione del pensiero di San Tommaso ebbe la distinzione tra essenza ed esistenza, quale segno della differenza ontologica tra le creature e Dio, nel quale l'essenza ha già di per sé l'esistenza e questa non si aggiunge dall'esterno come avviene negli esseri contingenti, che rimandano pertanto a un essere superiore necessario.

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