autogestióne

sf. [auto-+gestione]. Gestione autonoma di un'impresa o di un ente da parte di coloro che vi operano. Si può parlare di autogestione allorché, in una data istituzione, non esiste una rigida struttura di autorità e non è pertanto possibile distinguere un gruppo con funzioni di comando da una massa di subordinati, ma tutti coloro che operano nell'istituzione concorrono alla determinazione delle sue mete e dei suoi modi di funzionamento. L'autogestione dell'impresa da parte dei lavoratori è tema presente nel pensiero anarchico e nel socialismo utopistico (soprattutto in Proudhon). La Rivoluzione sovietica – con le numerose varianti nazionali sviluppatesi nell'Est europeo alla fine della seconda guerra mondiale e più tardi in alcune situazioni post-coloniali – ne esalta le ragioni ideali e sociali, anteponendovi però nella pratica le esigenze della centralizzazione statale e della pianificazione. In seguito l'autogestione si è realizzata praticamente nei kibbutz israeliani, in Algeria e soprattutto nella Federazione Socialista Iugoslava, dove nel 1953 fu iscritta in modo esplicito nella Costituzione. L'autogestione può essere intesa come una forma di democrazia aziendale, nella quale i lavoratori sono direttamente coinvolti in tutte le decisioni che li coinvolgono. I principi base dell'autogestione sono: l'eleggibilità e la revocabilità delle cariche direttive, un rapporto diretto tra il lavoratore e i risultati produttivi, la remunerazione legata al lavoro. Il governo di un'azienda autogestita prevede di base tre organi: il collettivo dei lavoratori, formato da tutti coloro che lavorano nell'azienda, indipendentemente dalla loro carica o mansione, che riunito in assemblea stabilisce le direttive dell'autogestione; il consiglio di gestione, formato da membri in numero variabile eletti dal collettivo, che traduce le direttive in decisioni specifiche per la gestione aziendale; il direttore, o un ristretto gruppo dirigenziale, eletto dal consiglio. Il modello dell'autogestione viene ritenuto incompatibile con la società capitalistica, dove la proprietà privata dei mezzi di produzione comporta esigenze di controllo e subordinazione. L'autogestione pare quindi possibile solo in caso di proprietà sociale dei mezzi produttivi. In effetti, questa condizione si è ritrovata in tutti i casi di autogestione finora sperimentati.

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