Wajda, Andrzej
regista cinematografico polacco (Suwałki 1926- Varsavia 2016) . I suoi primi film sulla Resistenza (Generazione, 1955) e la tragedia della guerra (Kanal o I dannati di Varsavia, 1957), il suo primo capolavoro Cenere e diamanti (1958) dal romanzo di J. Andrzejewski, contribuirono a rinnovare il cinema della Polonia. Crollo dell'ancien régime, tradizioni di eroismo disperato, lacerazioni giovanili quali emblemi della tragedia storica nazionale trovarono nel suo lirismo barocco, nelle deformazioni grottesche e nelle ambiguità crudeli della sua arte un'espressione potentemente personale. Questa tensione successivamente si disperse, da Lotna (1959) al colosso storico Ceneri (1966), fino alla tematica dei giovani riproposta in ambienti contemporanei (Ingenui perversi, 1961), nell'eclettismo e nel ricalco. Ebbero forse più spicco certe sue regie teatrali, come una, memorabile, dell'Amleto. La morte del suo attore Z. Cybułski gli suggerì, nel 1968, Tutto è in vendita, film autobiografico e critico che doveva preludere a una nuova stagione, illuminata da alti risultati quali Paesaggio dopo la battaglia (1970), Bosco di betulle (1971) e Le nozze (1972) dal dramma in versi di S. Wyspiański. Con l'evocazione storico-espressionistica di La terra della grande promessa vinse nel 1975, con A. Kurosawa, il primo premio al festival di Mosca; con L'uomo di marmo (1976) si proiettò di nuovo, e con grande slancio, nella tematica contemporanea, attraverso una ricerca retrospettiva sullo stalinismo degli anni Cinquanta. Ancor più impegnato in un'attualità bruciante fu L'uomo di ferro, premiato a Cannes nel 1981, e che faceva seguito a Senza anestesia (1978), egualmente polemico, e ai più distesi La signorina di Wilko e Direttore d'orchestra, entrambi del 1979. Wajda ha realizzato in Francia Danton (1982), nella Repubblica Federale di Germania Un amore in Germania (1983) e, di nuovo in patria, Il dottor Korczak (1990), austera e bellissima ricostruzione di un atto di grande umanità e dignità nel ghetto di Varsavia assediato dai nazisti. Nel 1994 ha diretto Natasha. Nel 2000 è uscito Il signor Taddeo, tratto dal poema di A. Mickiewicz, un testo fondamentale della cultura polacca. Nello stesso anno ha ricevuto l'Oscar alla carriera, mentre nel 2006 l'Orso d'oro alla carriera. Nel 2007 ha diretto Katyn, in cui racconta l'eccidio del 1940, nel 2009 Tatarak, nel 2013 Wales-L'uomo della speranza, e nel 2016 Il ritratto negato.
Andrzej Wajda. Una scena del film L'uomo di ferro del 1981.
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