Vitellióne
forma italiana del nome del matematico e fisico polacco Witelo (sec. XIII). Studiò a Parigi e a Padova. È famoso per il suo trattato di ottica, Perspectiva, più volte stampato nel Cinquecento, che riporta con pochi contributi originali gli studi di Alhazen, salvo nell'interpretazione dell'arcobaleno attribuito al fenomeno di rifrazione (e non più di riflessione) dei raggi solari nelle gocce d'acqua. Da quest'opera prese le mosse G. Keplero per i Paralipomena ad Vitellionem. Dal punto di vista filosofico il trattato sviluppa una “metafisica della luce” secondo cui dalla prima luce, che è Dio, s'irradiano forme spirituali che si riflettono nella natura determinando le forme sensibili e implicando quindi una contrapposizione tra la staticità dell'aspetto geometrico del mondo e il dinamismo dell'aspetto ottico formato dal diffondersi della “prima luce”. Queste idee hanno avuto una eco anche nell'estetica medievale nell'ambito delle arti figurative.