Varchi, Benedétto
scrittore italiano (Firenze 1503-1565). Prese parte attiva, nelle file dell'opposizione antimedicea, alle lotte politiche della sua città. Nel 1543 accettò il perdono di Cosimo ed entrò nell'Accademia fiorentina. Di scarso valore è la sua produzione poetica; goffa imitazione terenziana è la Suocera. Più pregevoli sono le lezioni tenute all'Accademia fiorentina, di impostazione rigidamente aristotelica. L'influsso peripatetico è visibile anche nell'Ercolano, un dialogo sulla questione della lingua, interessante per l'esauriente informazione sulle controversie linguistiche del Cinquecento. L'opera maggiore di Varchi è la Storia fiorentina, rimasta incompiuta, imponente lavoro di documentazione e di ricerca, che risente tuttavia di una certa carenza di acume politico. Si debbono infine al Varchi notevoli scritti sull'arte: la Lezione nella quale si disputa della maggioranza delle arti, qual sia più nobile, la pittura o la scultura; il Libro della beltà e grazia; e l'Orazione commemorativa di Michelangelo.