Spìnola
nobile e potente famiglia di Genova le cui origini risalgono a Ido visconte della città nel sec. X e avo di Guido (sec. XII) che per primo assunse il nome di Spinola. Divisasi presto nei due rami principali di Lucoli e di San Luca, durante l'età podestarile fu alla testa del partito ghibellino contro i guelfi capeggiati da Fieschi e da Grimaldi. Ricca di feudi specialmente sull'Appennino e sull'Oltregiogo, dal 1265 alla rivoluzione del 1339 esercitò coi Doria una sorta di incontrastato dominio sulla città. Estromessa quindi dalle cariche politiche, continuò ad avere grande influenza sulle vicende della Repubblica e fu per questo cacciata e riammessa più volte in città, finché nel 1378, per l'aiuto prestato contro i Visconti, ottenne il diritto perpetuo all'anzianato che conservò fino al 1528. Illustrata da dieci dogi, tredici cardinali e ben 127 senatori, annoverò anche numerosi militari e diplomatici. Tra i più conosciuti di essi: Niccolò (sec. XIII), ammiraglio agli ordini di Federico II (1239), ne sposò la nipote Beatrice; Opicino (m. 1315), capitano del popolo con Bernabò Doria (1306), lo depose nel 1309 rimanendo “unico capitano generale e rettore” ma, attaccato dai guelfi e costretto a fuggire, rientrò in città con Arrigo VII; Francesco di Ottobono (m. 1442), capitano di una squadra genovese, vinse i Catalani (1422) e riprese i castelli di Sestri, Portofino e Moneglia; catturato dai Veneziani (1431) e poi liberato, difese strenuamente Gaeta (1435) dagli assalti degli Aragonesi e fu tra i capi della rivolta contro Filippo Maria Visconti; Battista (1472-Belforte Monferrato 1539), ambasciatore presso Giulio II (1504) e membro dei riformatori degli statuti (1527), fu doge dal 1531 al 1533; Agostino (sec. XVI), presa Savona, partecipò alla repressione della congiura dei Fieschi, fu luogotenente di Andrea Doria in Corsica (1528) e venne nominato capitano generale da Carlo V; Giambattista di Niccolò (sec. XVI) fu autore di Commentari delle cose accadute ai Genovesi dal 1572 al 1576;Fabio Ambrogio (Genova 1593-1671), gesuita, scrisse opere ascetiche assai diffuse al suo tempo; Carlo (Genova 1564-Nagasaki 1622), fu missionario e martire in Giappone; Ambrogio fu generale al servizio della Spagna; Giambattista (Genova ca. 1667-dopo il 1701), balì della flotta di Malta, fu ferito a Corone contro i Veneziani (1685), combatté quindi i corsari e nel 1700, forzato il porto di Goletta, ne catturò la nave ammiraglia; Giorgio (Genova 1667-Roma 1739), arcivescovo di Cesarea, governatore di Viterbo, nunzio a Madrid e a Vienna, dal 1721 fu segretario di stato di Innocenzo XIII; Niccolò Domenico (1749-1799), comandante il forte di Savona, favorì il movimento rivoluzionario giacobino; Ugo (Genova 1791-Roma 1858), nunzio pontificio a Vienna (1828-32) e cardinale (1832), fu legato a Bologna durante il moto insurrezionale di Savignano (1843) e quindi reggente della prodataria apostolica; Lauretta nata Di Negro (Genova 1806-1838), di idee liberali, protesse, quanto poté, patrioti e cospiratori, fu amica di G. Mazzini e dei fratelli Ruffini e venne ricordata nel Lorenzo Benoni nel personaggio di Lilla.