Selvàggio, Il-
rivista quindicinale fondata a Colle Val d'Elsa nel 1924 come periodico politico; trasferita a Firenze nel 1927, assunse sotto la direzione di M. Maccari un indirizzo artistico-letterario di carattere satirico che fece scuola per il valore dei collaboratori (O. Rosai, C. Malaparte, G. Papini, L. Longanesi, A. Soffici, R. Bilenchi, A. Benedetti) e per l'originalità dell'impostazione grafica. Organo ufficiale del movimento di Strapaese, il Selvaggio si pose come difensore dei valori tradizionali di un'Italia popolare e contadina, in polemica con i modelli della civiltà borghese e industrializzata e con i tentativi di sprovincializzazione della cultura letteraria e artistica italiana proposti in quegli anni da riviste come Il Baretti e 900. In questo senso rivalutò le “radici contadine” del fascismo fiancheggiandolo nella riproposizione delle antiche virtù italiche e latine. Fino al 1943, anno in cui cessò le pubblicazioni, esercitò un certo spirito di fronda all'interno del regime che aveva disatteso ormai ogni promessa rivoluzionaria, un dissenso (a tratti però culturalmente ingenuo e politicamente innocuo) testimoniato soprattutto dalla graffiante satira di costume degli scritti e dei disegni di Maccari e Longanesi.