Schleef, Einar
scenografo, regista e autore teatrale tedesco (Sangerhausen, Sassonia, 1944-Berlino 2001). Allievo di Karl von Appen, esordì come aiutoregista nella Repubblica Democratica Tedesca, collaborando anche con il Berliner Ensemble. Trasferitosi nel 1976 a Berlino Ovest, si affermò in un primo tempo come autore con il dialogo drammatico Gertrud (1980-84), in cui ricostruisce la vita di sua madre, e con il racconto Die Bande (1982; La banda). In seguito, parallelamente all'intensa e spesso controversa attività di regista presso il Burgtheater di Vienna e ancora presso il Berliner Ensemble, dove tornò nel 1993, si impose all'attenzione sempre più come artista globale, pittore, drammaturgo e scrittore, come ha documentato una sua mostra del 1992 a Berlino intitolata Republikflucht - Waffenstillstand - Heimkehr (Fuga dalla Repubblica - Armistizio - Ritorno a casa). Tra i suoi drammi meritano menzione Totentrompeten (1989; Trombe dei morti), un ironico commiato dalla vecchia Germania dell'Est che mette a fuoco una tematica riecheggiante in Drei Alten tanzen Tango (1997; Tre vecchi ballano il tango), il dramma coniugale Die Party (1998; Il party) e lo studio d'ambiente Wilder Sommer (1998; Pazza estate) che si ispira alla “trilogia della villeggiatura” di Goldoni. Del 1997 è il saggio autobiografico Droge Faust Parsifal.