Sambonifàcio o San Bonifàcio
famiglia comitale veronese, secondo alcuni risalente ai Franchi Salii. Fu appunto in epoca franca che il ducato longobardo di Verona venne trasformato in comitato e che probabilmente i Sambonifacio ricevettero saltuariamente l'investitura comitale, che divenne ereditaria nella famiglia nel sec. X con Milone (m. dopo il 955), il primo conte di cui si hanno notizie attendibili. Le lotte per le corone d'Italia e dell'impero spinsero i contendenti a favorirli, perché la città, allo sbocco della valle d'Adige, assicurava un passaggio importantissimo. Milone ebbe anche il titolo di marchese e fu fedele seguace di Berengario I, di cui vendicò l'assassinio (924). I Sambonifacio allargarono i loro feudi a Mantova, Cremona, Ravenna; più tardi vennero chiamati come podestà in alcuni comuni. Il loro prestigio era notevole, tanto che Alberto fu riconosciuto capo dei vassalli dei Canossa e nominato marchese (1125) da papa Onorio II. Alla sua morte (1135) il ramo principale si estinse, la città si eresse a comune e il titolo di conte passò ai Sambonifacio di Ronco, che continuarono a partecipare alla vita politica veronese e alle lotte tra guelfi e ghibellini. Furono nemici dei Monticoli, che li espulsero (1225). Ritornarono dopo due secoli e mezzo circa e riacquistarono una posizione influente. Nella famiglia emersero uomini d'arme e di cultura, ma specialmente politici. I discendenti vivono ancora a Padova.