Salvatóre Giuliano
film (1961) di Francesco Rosi. Dal cadavere del bandito nel luogo in cui “fu visto”, prende avvio un'inchiesta a ritroso sia sulla “messinscena” della sua morte, sia sul ruolo emblematico del personaggio attraverso il clima intricato della Sicilia (e dell'Italia) dell'immediato dopoguerra. Strutturato non cronologicamente ma emozionalmente e criticamente, il racconto traccia il disegno ambiguo e fedele di una situazione spesso oscura e confusa, ricercando le radici sotterranee dei fatti sociali e dei fenomeni criminali, il sottofondo politico, i conflitti latenti e lontani, e ricostruendo con energia di stile e controllato sdegno morale la tortuosa marcia di avvicinamento alla verità. È l'opera più matura del regista, modello per un nuovo corso di cinema civile.