RPV
sigla di Remote Piloted Vehicle, (propr., veicolo pilotato a distanza). Si riferisce a tutti i mezzi pilotati attraverso radiocomandi. Di particolare importanza risultano gli RPV volanti, rappresentati da aerei ed elicotteri, utilizzati sia per usi pacifici sia per usi bellici. In campo civile l'RPV di maggiore rilevanza è il Boeing Condor, di oltre 60 m di apertura alare (200 ft), utilizzato per le ricerche scientifiche ad alta quota (ca. 20 km). Nel campo militare l'uso degli RPV è più vario e in continua espansione, come ha dimostrato la guerra del Golfo. Concepiti originariamente come ricognitori tattici in dotazione a unità di livello divisionale, i moderni RPV hanno visto espandere il loro raggio di azione e le loro prestazioni, assumendo talvolta compiti di ricognizione strategica. Vengono inoltre utilizzati come ingannatori per svelare le batterie di missili antiaerei nemici e come vettori di equipaggiamenti di disturbo elettronico. È previsto il loro equipaggiamento con sistemi radar ad apertura sintetica e con sistemi laser per la designazione dei bersagli. Dal punto di vista operativo gli RPV di uso civile, tutti per missioni scientifiche ad alta quota, si distinguono per i lunghi tempi di permanenza in aria, che possono raggiungere l'ordine dei giorni. Le macchine militari, sia aeroplani sia elicotteri, hanno tipologie differenti, che vanno dal piccolo velivolo poco più grande di un aeromodello e propulso da eliche a passo fisso e motori a pistoni, a veri e propri jet con prestazioni paragonabili a quelle dei velivoli pilotati. Gli RPV possono decollare da piste oppure essere lanciati da rotaie montate su appositi veicoli, con l'ausilio di motori razzo a combustibile solido (booster). Più raramente, ma è un requisito sempre più frequente, possono essere trasportati e lanciati da elicotteri e velivoli, sia a elica sia a getto, anche allo scopo di aumentarne il raggio d'azione. L'atterraggio può essere convenzionale, mediante paracadute, oppure si parla di recupero a mezzo di reti situate a terra o in volo, su elicotteri appositamente modificati. Un'evoluzione prevedibile è l'adozione della formula di convertiplano, che permette di coniugare i vantaggi del decollo e atterraggio verticali propri degli elicotteri (e quindi l'assenza di costose apparecchiature ausiliarie) con l'esteso raggio operativo proprio dei velivoli.