Pušča, Jazep
pseudonimo del poeta belorusso Iosif Paulavič Plaščynski (Karališčavičy, Minsk, 1902-1964). Figlio di contadini, dopo gli studi universitari a Leningrado e una breve esperienza nel campo dell'editoria, perseguitato dal regime, dal 1931 al 1957 fu mandato in Siberia. Definito l'“Esenin belorusso”, per l'affinità dei temi e dello stile, Pušča esordì come cantore della gioventù e dell'entusiasmo patriottico. Presto però si scontrò con la realtà, fatto che trova riflesso nella lirica, piena di tormenti, ove domina il sentimento di abbandono e di confusione e l'illusione per un ideale di bellezza e di armonia irraggiungibili (Vita, 1926; Giornate primaverili, 1927; Canti sulle rovine, 1929; Il manifesto insanguinato, 1930). Dopo la lunga e forzata sosta superò il rapporto conflittuale con la realtà sovietica nelle raccolte Versi e poemi (1960) e L'inizio della leggenda (1963), contenenti sensibili riflessioni sulla natura e sulla vita. Nel 1982 è uscita postuma, col titolo Giardini ventosi, una raccolta delle sue poesie.