Prisco, Michèle

scrittore e giornalista italiano (Torre Annunziata, Napoli, 1920-2003). La sua prima raccolta di racconti, La provincia addormentata (1949), rivelò l'attitudine di Prisco a cogliere i caratteri tipici di una particolare provincia del retroterra vesuviano, chiusa in un ovattato torpore. Confermatosi ottimo narratore con Gli eredi del vento (1950) e Figli difficili (1954), ha dato poi con Fuochi a mare (1957) una serie di vivaci racconti. Eccellente prova ha dato col romanzo La dama di piazza (1961) in cui, narrando l'ascesa di una famiglia piccolo-borghese nel periodo tra le due guerre, offre un ampio e mosso quadro di vita napoletana. Ai racconti di Punto franco (1965) sono seguiti i romanzi Una spirale di nebbia (1966) e I cieli della sera (1970), in cui Prisco è tornato al mondo della “provincia addormentata”. Nei romanzi successivi (Gli ermellini neri, 1975, Le parole del silenzio, 1981), inframmezzati dalla pubblicazione della raccolta di racconti Il colore del cristallo (1977), ha poi affrontato i temi del male e del destino. Nel romanzo Lo specchio cieco (1984) racconta la storia di Margherita, una donna del Sud. Del 1989 è il fortunato I giorni della conchiglia. Nel volume Terre basse (1992) ha riunito venticinque racconti scritti nel corso di cinquant'anni, dal 1941 al 1991. I ricordi dell'infanzia e della giovinezza sono al centro del volume Inventario della memoria (1995), cui hanno fatto seguito il lungo racconto “didascalico” Il cuore della vita (1995) e il romanzo a tinte livide Il pellicano di pietra (1996), storia di un oscuro delitto ben inserito sullo sfondo di uno squallido e degradato ambiente sociale. Nel 1999, riprendendo un suo racconto lasciato incompiuto nel 1952, pubblica Gli altri, amaro confronto tra la Napoli di quegli anni e quella attuale, così diversa, così radicalmente mutata.

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