Principia philosophiae
(Principi di filosofia), opera filosofica di Cartesio pubblicata nel 1644 in latino e nel 1647 in francese. Stesa nella forma di un manuale scolastico, contiene un'esposizione sistematica della filosofia e della fisica cartesiane. Si divide in quattro parti: nella prima sono esposti i principi della conoscenza umana; nella seconda i principi su cui si reggono le cose materiali; nella terza la visione cartesiana del mondo sensibile; nella quarta lo studio della Terra. Interessante allo scopo di seguire l'evoluzione ultima del pensiero cartesiano è la prima parte: il dubbio sulle cose è essenziale alla loro retta conoscenza; esso deve farsi, da occasionale, metodico, e venire sistematicamente applicato. Esclusione fatta per l'idea di Ente perfettissimo, la cui esistenza è dedotta proprio dalla sua infinita perfezione ed è quindi indubitabile, per tutte le altre idee formatesi in noi a contatto con la realtà di un mondo imperfetto non solo noi possiamo esprimere dubbi, ma è doveroso avanzarli, perché essi costituiscono la premessa necessaria per giungere a una conoscenza chiara e completa: facendo cadere infatti uno dopo l'altro i dubbi che la nostra mente ha formulato a contatto con le imperfezioni delle cose, noi giungiamo al momento in cui nel nostro intelletto si fa luce completa e vediamo le cose nella loro realtà autentica. Logicamente questo comporta la rinuncia a investigare quanto, come per esempio le cause finali, ci rimane inaccessibile, perché è evidente che siamo di fronte a un limite impostoci dalla nostra natura. Non dobbiamo quindi ricercare su ciò che la fede ci ha insegnato, perché in esso la parola di Dio è sicurezza di verità; non dobbiamo invece ammettere come vero ciò che Dio non ci ha rivelato e quindi dubitarne fino a quando non riusciamo a conoscerlo con chiarezza.