Primato morale e civile degli Italiani
opera di V. Gioberti, pubblicata a Bruxelles nel 1843. Scaturito dall'intento di conciliare religione e civiltà, cattolicesimo e idea liberale, il Primato morale e civile degli Italiani si risolve nel tentativo di modificare l'equilibrio politico italiano secondo un processo moderato, fondato sulla collaborazione fra principi e popoli nell'ambito di assemblee consultive e sulla costituzione di una confederazione di Stati italiani sotto la presidenza del papa. Il “primato” italiano consiste, secondo Gioberti, nel nesso indissolubile tra il principio cattolico e il genio nazionale (“pelasgico”) che ha operato sia sul piano dell'azione sia rispetto al pensiero. Grazie a questo connubio, l'Italia primeggia in ogni campo della cultura. Gli ideali di quest'opera sembrarono realizzarsi nel 1846, con l'elevazione al papato di Pio IX, ma crollarono due anni dopo in seguito alle trame dei principi e all'allocuzione concistoriale del 29 aprile 1848. Il Primato morale e civile degli Italiani guadagnò comunque alla causa nazionale settori tradizionalmente inerti dell'opinione pubblica italiana.