Pitecantropine
IndiceDefinizione
sf. pl. [da pitecantropo]. Nome dato ai resti fossili di esseri umani vissuti fino al Pleistocene medio e affermatisi quali specie del genere Homo (Homo erectus) oltre due milioni di anni fa e forse già differenziatisi nella filogenesi degli Ominidi sul finire del Pliocene. Il nome deriva da quello dato da E. Dubois ai resti fossili di un ominide rinvenuti a Giava nel 1891: il Pitecantropo (Pitecanthropus erectus).
Antropologia: la morfologia
L'insieme di questi reperti rivela un discreto polimorfismo nel gruppo, confermando la tesi che si tratta di forme in piena fase evolutiva, tanto da far presupporre che sia più corretto parlare di una tappa dell'ominazione (stadio pitecantropoide). Dall'analisi dei femori e dell'anca risulta senza dubbio che le Pitecantropine fossero caratterizzate da stazione perfettamente eretta; ciò è confermato dalla struttura delle ossa del piede che presenta la duplice curvatura propria dell'uomo moderno. L'architettura generale del cranio è di tipo umano, anche se presenta alcune strutture analoghe a quelle delle Australopitecine: la volta è bassa e la forma birsolidale, causata da un pronunciato restringimento retrorbitario che fa risaltare una vera e propria visiera ossea sovraorbitaria, e una fronte sfuggente. Alcune forme (e non tutte le più antiche) sono caratterizzate da una pronunciata cresta nucale e da un accenno a una cresta sagittale come nei Pongidi. Il piano della squama occipitale presenta un'inclinazione intermedia fra quella delle Australopitecine e dell'uomo moderno. La capacità della scatola cranica varia da 1030 a 1250 cm3 e il disegno delle circonvoluzioni cerebrali è decisamente umano. I centri di associazione sono meno sviluppati nelle forme più antiche, mentre il centro della parola e i centri sensitivi hanno già strutture moderne. Di contro, la conformazione della mandibola e quella dell'apparato della fonazione sembrano inadatte all'articolazione del linguaggio dell'uomo attuale. Le arcate dentarie sono decisamente umane, tuttavia i denti mantengono in parte strutture che si avvicinano a quelle delle Australopitecine: i canini sporgono leggermente rispetto alla linea di occlusione e presentano un lieve diastema con l'incisivo laterale (solo per i superiori); i molari sono piuttosto voluminosi e aumentano in volume dal primo al terzo, anche se la loro corona è più larga che lunga così come quella umana. La faccia è larga e poco sporgente, con mento ben formato. Il corpo, robusto e tarchiato, raggiunge i 145 cm di altezza, con arti ben proporzionati fra loro sebbene un po' corti. Sul piano sistematico, sebbene alcuni studiosi ritengano le Pitecantropine un genere a sé, esse vengono considerate una sola specie umana, tanto che è in corso la definizione di una corretta collocazione tassonomica delle numerose forme fossili ormai note, alcune delle quali un tempo classificate in generi e specie diversi.
Antropologia: le sottospecie
Le sottospecie finora proposte (con nome e valore puramente indicativo e quindi non definitivo) sono: Homo erectus modjokertensis, Homo erectus javanensis (comprendenti i Pitecantropi più arcaici dell'Asia) e Homo erectus kenyensis (con le forme dell'Africa orientale e meridionale), considerate tutte forme assai antiche; Homo erectus pekinensis, Homo erectus ternifinensis, Homo erectus hei delbergensis, Homo erectus afariensis, comprendenti tutte le forme rispettivamente dell'Asia, dell'Europa mediterranea e dell'Africa databili al Pleistocene medio-inferiore; Homo erectus soloensis, Homo erectus sangirensis (asiatici), Homo erectus oldowaensis, Homo erectus eyasiensis, Homo erectus rhodesiensis (africani); Homo erectus steinheimensis (europeo), tutti vissuti durante il Pleistocene medio. In comune, questi esseri avevano il modo di vivere da nomadi dediti alla raccolta e alla caccia; vivevano in grotte, ripari o capanne seminterrate; lavoravano la pietra, per la quale svilupparono tecniche sempre più elaborate (dai choppers alle punte chelleane); sapevano utilizzare e poi produrre il fuoco; erano presumibilmente organizzati in gruppi parentelari. Queste strutture socio-economiche dovettero essere elaborate fin dai più remoti tempi, come sembra confermato di continuo dai reperti archeologici che si vanno scoprendo, ma furono perfezionate, generalizzandosi, dato che i gruppi più primitivi sopravvissuti possedevano tecniche analoghe a quelle caratteristiche dei gruppi più evoluti.