Pintòr, Giàime
patriota e scrittore italiano (Roma 1919-Castelnuovo al Volturno 1943). Laureatosi in giurisprudenza, ma dedicatosi presto a studi di letteratura (soprattutto tedesca), durante la seconda guerra mondiale fece parte della commissione di armistizio con la Francia e poi della missione militare presso il governo di Vichy. Dopo il 25 luglio, persuaso che la resistenza armata fosse l'unica possibilità aperta a un intellettuale che volesse operare per il riscatto del Paese, partecipò alla difesa di Roma contro i nazisti (combattimenti di Porta S. Paolo, 10 settembre 1943) e quindi si recò a Napoli per raccogliere e organizzare volontari che continuassero la lotta. Fallito questo tentativo si fece aggregare all'esercito inglese dove si addestrò alla guerra partigiana. Incaricato di tornare nel Lazio per unirsi al movimento di Resistenza, nel tentativo di attraversare le linee fu ucciso da una mina. Ha lasciato numerose traduzioni e vari saggi, i più significativi dei quali sono poi stati raccolti nel volume Il sangue d'Europa (1950), alta testimonianza della sua visione politica e letteraria.