Paternò (Catania)
Indicecomune della Cottà Metropolitana di Catania (20 km), 225 m s.m.,183,27 km², 45.756 ab. secondo una stima del 2021 (paternesi), patrono: santa Barbara (4 dicembre).
Cittadina situata sulle pendici sudoccidentali dell'Etna, alla sinistra del fiume Simeto. Di probabile fondazione normanna (sec. XI), si ritiene che sorga sul luogo dell'antica città di Hybla Gaelatis. Capoluogo di contea, appartenne alla moglie del conte Ruggero e a numerosi altri feudatari. § Dalla vetta spianata dell'aspro rilievo basaltico cui è addossato il borgo più antico, dominano l'abitato la chiesa madre di Santa Maria dell'Alto, ricostruita nel 1342 su un'originaria struttura normanna, che conserva un maestoso crocifisso ligneo (sec. XVI-XVII); la chiesa del convento di San Francesco (1346), con abside in stile gotico francese; la chiesa di Cristo al Monte, del sec. XVI, ma con interno settecentesco in stile barocco; il castello normanno (costruito nel 1073, ma riedificato nel Trecento), ben conservato, dalla massiccia struttura alleggerita dalle grandissime bifore al primo e al secondo piano. Più in basso è la chiesa di Santa Maria della Valle di Giosafat, (1092, ma rielaborata più volte), con un bel portale gotico e un soffitto cinquecentesco. Nella parte bassa della cittadina sorge la chiesa dell'Annunziata, eretta a partire dal 1592, con un'enorme cupola e un elegante interno ellittico; conserva pregevoli dipinti cinque-secenteschi. § Paternò è un importante centro di produzione di agrumi (arance rosse, limoni e mandarini), esportati nei principali mercati italiani e stranieri, oltre che di cereali, olive e frutta (fichi d'India). L'industria è molto sviluppata nei settori conserviero, metallurgico, degli imballaggi, dei materiali da costruzione, della lavorazione del legno e delle materie plastiche. Sono fiorenti anche l'allevamento (bovini e ovini) e l'artigianato (lavorazione del ferro battuto, della ceramica, della pietra lavica ceramizzata e produzione dei carretti siciliani in legno).