Ogyū, Sorai
pensatore giapponese (1666-1728). Fu, con Yamaga Sokō (1622-1685) e Itō Jinsai (1627-1705), uno dei massimi rappresentanti della kogaku (scuola antica) che, nell'ambito delle scuole confucianiste di epoca Tokugawa (1603-1868), si opponeva alla troppo accentuata visione metafisica del neoconfucianesimo della Cina di epoca Sung e Ming e propugnava un ritorno al confucianesimo antico. Pur condividendo la fondamentale tendenza verso il passato dei suoi due maestri, Ogyū mostrò una grande originalità nel proporre un approccio, anzi un recupero, filologicamente e storicamente obiettivo dei testi preconfuciani e nell'operare una netta distinzione tra questioni politiche e problemi esistenziali individuali. Dopo una prima sistematica esposizione della sua filosofia nel Bendō (Distinguere la via) e nel Benmei (Distinguere i nomi) entrambe del 1717, egli riassunse nel Gakusoku (Le regole della scuola) del 1727 i principi essenziali della sua nuova interpretazione filosofica. Frutto della sua profondissima conoscenza della letteratura classica cinese furono i due saggi Tōgoshi (La poesia dopo i T'ang) del 1712-13 e Shikasen (Quattro modelli letterari) del 1723, puntuale analisi della prosa cinese.