Momigliano, Attìlio
critico letterario italiano (Ceva, Cuneo, 1883-Firenze 1952). Dal 1922 insegnò letteratura italiana nelle università di Catania, Pisa e Firenze, dalla quale ultima fu allontanato durante le persecuzioni razziali. Dotato di una finissima sensibilità di lettore e di critico, rimase estraneo alle polemiche crociane e aristocraticamente isolato nella sua opera di critico impressionista, evocatore di atmosfere poetiche, ma poco disposto a cogliere il nesso storico tra pensiero e poesia. Il suo psicologismo ha dato i risultati più validi nella penetrazione di scrittori come Boccaccio, Porta, Manzoni; ma le pagine migliori sono quelle dei commenti ai classici, tra i più risentiti e personali della critica italiana contemporanea. Tra le sue opere: L'indole e il riso di L. Pulci (1907), L'opera di Carlo Porta (1909), A. Manzoni (1915), Impressioni di un lettore contemporaneo (1928), Saggio sull'Orlando furioso (1928), Storia della letteratura italiana (1935), Studi di poesia (1938), Dante, Manzoni, Verga (1944), commento alla Divina Commedia (1945-47), Introduzione ai poeti (1946), Ultimi studi (1954, postumo). A cura di M. Scotti sono state pubblicate le Lettere scelte (1969).