Memòrie di un cacciatóre
(Zapiski ochotnika). Raccolta di racconti dello scrittore russo I. S. Turgenev pubblicata nel 1852. Scritti dapprima per la rivista Il contemporaneo, i racconti furono riuniti in volume col titolo apparso come sottotitolo al primo racconto Chor e Kalinyc (1847). L'unità della raccolta è data dallo spirito con cui l'autore vede e descrive il mondo contadino russo, i servi della gleba. Palpita nelle pagine di questi racconti l'anima di una terra in cui il popolo vive la sua tragedia servile, fatta di rassegnazione e di miseria, non di disperazione, respinta da una fede profonda, che è anche fede nell'uomo e nella giustizia umana. Tutto in queste pagine assurge a poesia in un tono così alto di lucida accusa da impressionare grandemente anche il futuro Alessandro II e contribuire all'abolizione della servitù, mentre indimenticabili al lettore restano racconti come Il prato di Bez, Il medico del distretto, Due proprietari e L'Amleto del distretto di Scigrj. Dopo un lungo intervallo, Turgenev scrisse La fine di Certopchanov (1872), La reliquia vivente (1874) e Batte (1875), che vennero aggiunti al volume.