Mannuzzu, Salvatóre
scrittore italiano (Pitigliano, Grosseto, 1930- Sassari 2019). Di origine sarda, ha trascorso la maggior parte della sua vita in Sardegna. Magistrato per oltre un ventennio, ha affiancato al lavoro di giudice l'attività di romanziere e poeta. Dopo un primo romanzo di formazione Un dodge a fari spenti (1962) e un lungo silenzio, ha pubblicato Procedura (1988), Un morso di formica (1989), La figlia perduta (1992). Nei romanzi, completamente diversi nella trama, un Narratore indaga su un Altro, attraverso un gioco di svelamento e nascondimento che sottolinea una ricerca di senso destinata inevitabilmente a restare senza risposta. Il romanzo sperimentale Le ceneri del Montiferro (1994), biografia di un ambiguo personaggio, ha messo in luce i limiti della letteratura, costretta a confrontarsi con la memoria e il tempo nel tentativo di ricostruire vicende e personaggi. Le indagini su un misterioso omicidio offrono al commissario protagonista de Il terzo suono (1995) il pretesto per conoscere le ragioni profonde dei comportamenti delle persone che agiscono intorno a lui. Con Il catalogo (2000) Mannuzzu ha narrato la storia di un Don Giovanni di provincia, mentre in Alice (2001) ha costruito un suggestivo intreccio tra l'enigma di un veliero naufragato e il misterioso diario di una donna. Nel 1997 ha pubblicato il suo primo libro di poesia, il “diario in versi” Corpus che raccoglie le liriche composte dal 1950 al 1990; poesie apparse anche su riviste come Paragone e Nuovi Argomenti.Nel 2004 ha pubblicato Le fate dell'inverno, romanzo in cui il protagonista, attraverso il metodo indiziario proprio delle indagini, ricostruisce l'episodio centrale della sua vita. Tra le ultime opere ricordiamo Polvere d'oro. Tre radiodrammi (2010) e il saggio Testamenti (2017).