Móri

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comune in provincia di Trento (31 km), 204 m s.m., 34,54 km², 8471 ab. (moriani), patrono: santo Stefano (26 dicembre).

Centro della val Lagarina, presso lo sbocco del rio Cameras. Come attestano alcuni ritrovamenti archeologici, il territorio fu abitato fin dall'Età del Bronzo. Già feudo degli Albano e dei Castelbarco, passò in seguito ai veneziani e fu sede di un vicariato per la giustizia civile (1439). Durante il Regno Italico vi ebbe sede la giudicatura di pace (1810).§ La parrocchiale di Santo Stefano (più volte rimaneggiata nei sec. XVIII e XIX), dal bel campanile a cuspide romanico, contiene pregevoli altari barocchi, una pala di F. Verla (sec. XVI) e statue di D. Molin (sec. XVIII). Palazzo Salvadori e palazzo Salvotti, settecenteschi, sono decorati con stucchi e affreschi. Il santuario della Madonna di Monte Albano, su un colle presso i ruderi medievali del castello omonimo, è del sec. XVI. In località Valle San Felice la parrocchiale conserva affreschi di A. Gresta e un altare di marmo di C. Benedetti, mentre a Loppio è degna di nota la villa Castelbarco (sec. XVIII).§ Compongono il quadro economico locale l'agricoltura (uva da vino, ortaggi, frutta, cereali, foraggi) e l'industria, presente nei comparti enologico (rinomato il marzamino), metallurgico (alluminio), estrattivo (pietre per granulati), del legno (imballaggi), edile, cartario e grafico.

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