Lunačarskij, Anatolij Vasilevič

filosofo marxista e uomo politico russo (Poltava 1875-Mentone, Francia, 1933). Membro del governo come commissario del popolo per l'Istruzione (1920-30), fu un importante propulsore della nuova cultura sovietica. Venne però criticata e respinta la sua elastica interpretazione del marxismo, aperta alle esigenze tradizionali della cultura occidentale e persino all'istanza religiosa, riesumata come ipotesi di “un Dio nascente” che si realizza nel progresso dell'umanità. Morì mentre era diretto in Spagna, dove era stato nominato ambasciatore. Tra le opere: Religione e socialismo (1908-11), Fondamenti dell'estetica positiva (1923), Arte e rivoluzione (1924), Da Spinoza a Marx (1925). Lunačarskij scrisse anche drammi storici (Cromwell, 1920; Campanella, 1922) e saggi di critica letteraria (Puškin, Gogol, ecc.).

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