Kunert, Günter
poeta e narratore tedesco (Berlino 1929- Berlino 2019). Si è affermato, prima della riunificazione tedesca, come uno dei maggiori rappresentanti della giovane letteratura della Germania Orientale. Influenzato da Brecht e da Kafka, dopo le poesie politiche Wegschilder und Mauerinschriften (1950; Segnaletica e scritte murali), ha dato con Erinnerung an einen Planeten (1963; Ricordo di un pianeta) una profezia lirica della morte atomica, mentre nelle prose Tagträume (1964; Sogni diurni) ha paragonato l'uomo a una stella morente. Frutto della stessa angoscia è il romanzo Im Namen der Hüte (1967; In nome dei cappelli). Notevoli anche le poesie Im weiteren Fortgang (1974; Negli sviluppi ulteriori), Das kleine Aber (1976; Il piccolo ma), Unterweg nach Utopia (1977; In cammino verso l'utopia), Berlin beizeiten (1987; Berlino di buon'ora), i racconti Keine Affäre (1976; Nessun affare) e Camera obscura (1978) e i saggi Leben und Schreiben (1983; Vivere e scrivere) e Vor den Sintflut (1985; Prima del diluvio). Nel 1990 è uscito il volume di poesie Fremd daheim (Estraneo in casa), cui ha fatto seguito la raccolta Mondlichtlandschaft (1991; Paesaggio al chiaro di luna), Schatten entziffern. Lyrik, Prosa 1950-94 (Decifrare l'ombra. Liriche 1950-94) e Mein Golem (1996; Il mio Golem). Una raccolta di discorsi e conferenze s'intitola Die letzten Indianer Europas. Kommentare zum Traum, der Leben heißt (1991; Gli ultimi indiani d'Europa. Commenti sul sogno che si chiama vita). Der Sturz vom Sockel. Feststellungen und Widersprüche (1991; La caduta dal piedistallo. Constatazioni e contraddizioni) è una miscellanea di scritti sulla Repubblica Democratica Tedesca a partire dagli anni Settanta, come del resto anche il volume Im Toten Winkel (1992; Nell'angolo morto) che raccoglie centocinque prose. In Baum. Stein. Beton. Reisen zwischen Ober- und Unterwelt (1994; Albero. Pietra. Calcestruzzo. Viaggi sopra e sottosuolo) sono pubblicati i suoi resoconti di viaggio. Intensa anche la sua attività di autore di radiodrammi.