Kazinczy, Ferenc
letterato ungherese (Érsemlyén 1759-Széphalom 1831). Oriundo di famiglia nobiliare, ebbe sette fratelli. Formatosi al collegio calvinista di Sárospatak, fu a Késmárk per studiare la lingua e la letteratura tedesca, e a Eperjes per un tirocinio in legge. Fu il primo grande organizzatore della vita letteraria ungherese, dapprima con la fondazione e la direzione di due riviste letterarie, Magyar Museum e Orpheus, e, dopo la liberazione dalla prigionia per cause politiche, con un intensissimo carteggio privato. Instancabile traduttore (Sallustio, Cicerone, Orazio, Tibullo, Catullo, Shakespeare, Goethe, Klopstock, Gessner, Ossian, Marmontel, Lessing, Metastasio, Beccaria, Herder, Weber, Wieland, Molière, Schiller, La Rochefoucauld, Sterne, Yorich), Kazinczy considerava il suo impegno come una vera scuola dello stile, e tale fu il suo influsso che dopo di lui non ci fu carriera poetica ungherese che non passasse attraverso il tirocinio della traduzione. Con la sua autorità impose anche il riconoscimento della necessità della critica letteraria e con la sua attiva partecipazione a capo dei neologhi alla lotta per il rinnovamento linguistico segnò il trionfo dei progressisti sugli ortologhi conservatori. Nel 1809 Kazinczy scrisse il primo sonetto ungherese dedicandolo Alla sua Beatrice, e nel 1789 apparve il primo romanzo sentimentale ungherese, Le lettere di Bácsalmási. Prose autobiografiche e di viaggi arricchiscono ancora ma non esauriscono il quadro della sua prodigiosa attività di letterato. Manca tuttora un'edizione completa delle sue opere.