Johnson, Alexander Boris de Pfeffel
Uomo politico e giornalista britannico di origini statunitensi (New York 1964). Laureato in Lettere classiche presso l'Università di Oxford, cultore di storia greca e romana (il suo saggio Il sogno di Roma: la lezione dell'antichità per capire l'Europa di oggi è stato tradotto anche in italiano), è stato giornalista per The Times e The Daily Telegraph, quindi direttore del settimanale The Spectator dal 1999 al 2005. Abbracciata la carriera politica nel 2003 con il partito conservatore, è stato eletto sindaco di Londra per due mandati consecutivi, nel 2008 e nel 2012, distinguendosi per gli atteggiamenti anticonformisti e per le iniziative in favore della mobilità sostenibile (piste ciclabili, incentivi all’uso delle auto elettriche). Dal 2016 al 2018 ha ricoperto il ruolo di segretario di Stato per gli Affari esteri e del Commonwealth nel governo conservatore di May, schierandosi su posizioni critiche nei confronti dell’Unione Europea. Nel 2019 ha assunto la carica di leader del partito e di primo ministro, a seguito delle dimissioni della stessa Theresa May. Dopo la vittoria alle elezioni anticipate del dicembre 2019, ha portato a termine le procedure che il 31 gennaio 2020 hanno sancito ufficialmente l’abbandono dell’Unione Europea da parte del Regno Unito (Brexit). A marzo 2020 durante l’epidemia di Covid-19 desta scalpore la sua decisione di rinviare il lockdown, puntando sull'immunità di gregge e mantenendo misure di confinamento molto più permissive rispetto al resto dei paesi europei. Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile egli stesso contrae il Covid-19 e deve essere ricoverato (primo tra i leader mondiali). A dicembre annuncia il perfezionamento dell'accordo con l'Unione Europea per le relazioni politiche, diplomatiche e commerciali post-Brexit che viene siglato il 30 dicembre e approvato lo stesso giorno dalla Camera dei Comuni. Nel maggio 2021 si è sposato, con una cerimonia riservata ai familiari, con la compagna Carrie Symonds. Nel luglio 2022, dopo una serie di dimissioni all'interno del governo da lui guidato e a seguito degli scandali che hanno coinvolto lui e il suo partito, ha lasciato la guida del partito conservatore, rimanendo primo ministro fino alla scelta del suo successore.