Janukovyč, Viktor
uomo politico ucraino naturalizzato russo (Jenakijeve 1950). Di umili origini, dopo aver lavorato come elettricista e seguito studi tecnici, si laurea per corrispondenza in ingegneria meccanica all'istituto Politecnico di Donec'k. Entrato ne Partito comunista dell’Unione Sovietica, ricopre ruoli manageriali in società di trasporti locali e regionali. I suoi esordi in politica risalgono al 1996, quando viene nominato vice-capo e poi governatore (1997) dell'amministrazione dell'Oblast di Donec'k. Tra il 1999 e il 2001, anno in cui si laurea all'Accademia Ucraina di Commercio con specializzazione in diritto internazionale, è anche a capo del Consiglio dell'Oblast' di Donec'k. Viene nominato primo ministro nel 2002, carica che conserva fino al 2004, quando partecipa alle elezioni presidenziali con il Partito delle Regioni, di ispirazione filo-russa e da lui stesso fondato nel 1997. La sua vittoria viene però contestata dall’opposizione e da un movimento di piazza (rivoluzione arancione); la Corte suprema dell’Ucraina annulla il risultato e nella nuova tornata elettorale (dicembre 2004) viene sconfitto dall’altro candidato, Viktor Juščenko. Ottiene un nuovo mandato come primo ministro tra il 2006 e il 2007. Nel 2007 è nominato Presidente del Consiglio dei Capi di Governo della Comunità degli Stati Indipendenti. Nel 2010 vince le elezioni presidenziali contro la sfidante Julija Tymošenko. Nell’inverno 2013-2014, una serie di proteste popolari (Euromaidan) contro la sospensione dell'accordo di associazione tra Ucraina e Unione Europea sfocia in sanguinosi scontri di piazza che costringono Janukovyč alla fuga in Russia (22 febbraio 2014). Nel gennaio 2019 è stato condannato dal Tribunale di Kiev a 13 anni di carcere per alto tradimento e complicità con la Russia nella guerra di aggressione contro l'Ucraina.