Herbert of Cherbury, Edward
IndiceBiografia e opere
Filosofo inglese (Eyton-on-Severn 1583-Londra 1648). Partecipò attivamente agli eventi politici del suo tempo e fu ambasciatore a Parigi tra il 1619 e il 1624. Incarcerato, nel 1644 si ritirò dalla vita politica. Sua opera principale è il De veritate, prout distinguitur a revelatione, a verisimili, a possibili et a falso (1624), la prima opera esclusivamente metafisica scritta da un inglese; altre opere sono il De causis errorum e il De religione laici, pubblicati in appendice a un'edizione del De veritate (1645), e il De religione gentilium (postumo, 1663). Postume uscirono anche le sue poesie (1665), influenzate da J. Donne.
Il pensiero
Nel pensiero di Herbert si uniscono, significativamente, l'esigenza religiosa della ricomposizione di una sola comunità cristiana, l'esigenza umanistica di un fondamento unico e universale per la morale e l'esigenza teoretico-gnoseologica di un unico e indubitabile concetto di verità: occorre trovare i fondamenti a priori della conoscenza, in modo da poter determinare al di là di ogni disputa di parte le “verità sicure e universalmente valide della provvidenza divina” che stanno alla base stessa di ogni rivelazione e costituiscono il solo possibile criterio della moralità e della religione. Questo fondamento a priori sarebbe una “capacità” o “facoltà” dell'anima strettamente congiunta con la natura divina, che agisce in modo sempre uniforme, e costituisce un'anticipazione dell'esperienza e delle nozioni discorsive. Da questa forza di natura presente in noi derivano le nozioni generali, che non sono tratte dall'esperienza, ma la rendono possibile: esse formano il vero possesso divino dell'uomo e, come le idee platoniche, costituiscono una gerarchia di principi innati iscritti nella mente umana. In tal modo ogni conoscenza esterna sarà vera quando se ne potrà mostrare l'armonia con una di queste nozioni o forze interne dello spirito. Dall'istinto naturale così inteso nasce quel consenso universale che è il criterio primo della verità e offre la possibilità d'individuare il patrimonio delle conoscenze umane valide in ogni luogo e tempo, e di fondare la vera “cattolicità” della Chiesa e l'unità della comunità umana. La religione razionale, che è alla base di ogni religione storica e costituisce ciò che in ogni religione storica v'è di vero, ha come principi l'esistenza di un Nume supremo, la necessità di tributargli onore, la penitenza per colpe commesse e il premio o il castigo al termine della vita. La filosofia di Herbert , mentre con l'accentuazione della soggettività nel processo conoscitivo e la ricerca delle condizioni di verità della conoscenza apre la via alla gnoseologia moderna, si pone altresì, per la sua affermazione di un'unica e universale religione razionale, alle origini del deismo dei sec. XVII e XVIII.
M. M. Rossi, La vita, le opere, i tempi di Herbert di Cherbury, 3 voll., Firenze, 1947; A. Wissler, The Philosophy of Herbert of Cherbury, Londra, 1979.