Hare Krishna

movimento religioso fondato nel 1966 da A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada (Calcutta 1896-Vrndavana 1977). Negli anni Trenta del Novecento era stato discepolo a Calcutta del maestro indiano Swami Baktisiddhanta e da lui aveva ricevuto l'incarico di diffondere in Occidente la devozione a Krishna, considerato la manifestazione perfetta del dio Viṣṇu nel mondo terreno. Dopo aver tradotto dal sanscrito in inglese le antiche scritture indiane su Krishna, si trasferì nel 1965 a New York e qui dette vita alla Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna (International Society for Krishna Consciousness, ISKCON), che ebbe subito grande successo, specialmente tra i giovani contestatori della cultura underground, e risvolti economici importanti, con una rete di case editrici, ristoranti vegetariani, varie sedi di comunità. In Italia il movimento si è diffuso a opera di una discepola del fondatore, Ali Krishna, a partire dal 1973, con punte massime di espansione agli inizi degli anni Ottanta; esistono una ventina di comunità, principalmente a Roma, Gallarate, Catania e San Casciano Val di Pesa (Firenze), nelle quali vivono in forma monastica alcune centinaia di adepti. Per i suoi devoti Krishna è il principio e la sorgente di tutte le cose; l'universo è un'emanazione della sua illimitata potenza e il tempo si ripete in grandi epoche cicliche. I seguaci del movimento sostengono che il mondo attuale è giunto alla fine di un ciclo e che presto nasceranno nuovi universi, in una nuova epoca di pienezza originaria. Fiduciosi nella salvezza di Krishna e aspirando a ricongiungersi con lui, essi vivono in questo mondo decadente offrendo alla divinità i propri atti; evitano droghe, alcol e tabacco, seguono un regime vegetariano che esclude anche le uova e il pesce e preparano il cibo come “offerta di misericordia” (prasada) per il loro Dio. La vita dei devoti è scandita dalle varie tappe dell'iniziazione: a un periodo di celibato e di studio seguono gli anni della vita matrimoniale e della procreazione, poi il distacco dai legami familiari e sociali, infine la piena rinuncia al mondo e la completa consacrazione al servizio di Krishna.