Hansen, Martin Alfred
scrittore danese (Strøby, isola di Sjælland, 1909-Copenaghen 1955). Autore tra i più importanti e significativi del sec. XX, esordì con i romanzi Ora lui smette (1935) e La colonia (1937) che manifestano la sua adesione al realismo e al socialismo marxista. Intorno al 1940, attraverso la meditazione di antichi miti del Nord e della sua stessa storia, approdò all'esperienza simbolista. Sono di questo periodo Il viaggio di Jonata (1941), saga di un fabbro che imprigiona il diavolo in una bottiglia, Il fortunato Kristoffer (1945), altro viaggio di un Don Chisciotte che nell'età della Riforma cerca il senso di quel non-senso che è la morte, e infine la novella Le mele del paradiso (1945). Hansen attinse il successo e la consacrazione definitiva prima con le raccolte di novelle Il roveto (1946) e La pernice (1947), poi con il romanzo Il mentitore (1950), il suo libro più noto. Nelle due raccolte di novelle emerge la caratteristica visione del mondo di Hansen: la necessità dell'esperienza del male, di vivere un mondo popolato di demoni dentro e fuori di noi per raggiungere il bene. Il romanzo, che applica in esteso tali teorie, fa grand'uso di simboli e miti, ma li orienta in una narrazione a stati nel segno del miglior kierkegaardismo letterario, mostrando esteticamente i conflitti del mondo dell'etica e indicandone la soluzione religiosa sotto l'imperativo: “bisogna aver fede”. Tale esito, l'immagine psicologico-metafisica dell'uomo che ne risulta, spinge allora Hansen a polemizzare con “il moderno” in Leviathan (1950) o con l'antica storia danese per recuperarla miticamente in La serpe e il toro, opere cui fanno seguito, ma sempre nello stesso clima impregnato di mito e sacralità, raccolte di appunti di viaggio e di riflessioni come Kringen (1953), sulla Norvegia, Clima danese (1953), Viaggio in Islanda (1954). Dell'attività di saggista di Hansen vanno ricordate la partecipazione alla rivista Heretica, punto di forza della nuova letteratura danese, e la raccolta Pensieri in una ciminiera.