Grisey, Gérard
compositore francese (Belfort 1946-Parigi 1998). Ha studiato sotto la guida di Helmut Degen, poi di Olivier Messiaen, infine, per l'elettroacustica, con Jean-Ètienne Marie. Ha vinto numerosi premi ed è stato borsista di Villa Medici a Roma (1972-74); ha tenuto dei corsi a Darmstadt (1978, 1980, 1982). Si è affermato fra i compositori francesi più autorevoli della sua generazione. Fra i suoi interessi, la spazializzazione dei suoni e l'invenzione di timbri sintetici, per la realizzazione di nuove dimensioni acustiche. Fra le sue maggiori composizioni ricordiamo il ciclo Les espaces acoustiques (1974-81), e Chants d'amour per 12 voci con elaborazioni elettroniche (1982). Dal 1982 al 1986, Grisey ha insegnato composizione presso l'Università di Berkeley, dove la frequentazione di uno studioso di astronomia lo ha avvicinato al mondo delle eruzioni solari, delle tempeste magnetiche e dei pulsar, suscitando un interesse che si sarebbe tradotto in una delle opere più significative del musicista francese. Rientrato in Francia, Grisey ha contattato i ricercatori dell'Osservatorio di Meudon (Parigi) e, grazie alla loro collaborazione, è nata Le Noir de l’Étoile, eseguita per la prima volta a Bruxelles nel 1991. La composizione narra l'incontro, a un'ora ben precisa e in tempo reale, fra una stella morente che emette i suoi ultimi segnali, un grande radiotelescopio che la ascolta e sei musicisti che da essa vengono guidati. Le Noir de l’Étoile si basa sulle partiture per sei percussioni, sull'impiego di brani preregistrati e sulla ritrasmissione di segnali astronomici nel luogo in cui ha luogo l'esecuzione. Fra le altre opere di Grisey, ricordiamo Le temps et l’écume (1989) per quattro percussioni e L’icone paradoxale (1990-95) per due voci femminili e orchestra.