Greenberg, Clement
critico d'arte statunitense (New York, 1909-1994). Il suo nome è associato alle teorie sull'espressionismo astratto americano. Iniziò la carriera scrivendo di politica, arte e letteratura sul Partisan Review (dal 1939 al 1955). Il suo primo saggio su Brecht comparve nel 1939, seguito dallo scritto Avanguardia e Kitsch in cui distingue la nozione di «arte alta» opposta ad «arte bassa », ossia l'arte moderna e d'avanguardia contro l'arte popolare e kitsch considerata come un semplice oggetto di consumo. Negli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento difese artisti come J. P. Pollock e offrì il suo sostegno alla scuola di New York che andava creandosi. Creò il concetto critico di Post Painterly Abstraction (astrazione post-pitturale, che diviene anche il titolo di una mostra che cura nel 1964 a Los Angeles) all'interno del quale distingue due tipi di pittura: la Hard-Edge, caratterizzata da forme (come per i pittori Ellsworth Kelly, Frank Stella) e la Color-Field, con campi di colori versati direttamente sulla tela per ottenerne diverse colature. Oltre ad aver scritto monografie su Miró e Matisse, Greenberg ha insegnato al Bennington College e all'Università di Princeton; ha scritto numerosi articoli, i più importanti dei quali sono raccolti nel volume Art and Culture (1961).