Giovanna I

d'Angiò, regina di Napoli (Napoli 1326-Muro Lucano 1382). Figlia di Carlo duca di Calabria e di Maria di Valois, morto il padre ereditò dal nonno paterno Roberto il regno (1343). Già da tempo sposata con Andrea d'Ungheria, Giovanna lo escluse dal trono aprendo una crisi che, nonostante l'intervento moderatore di papa Clemente VI a favore di Andrea, portò dapprima all'assassinio di quest'ultimo (1345), poi all'intervento armato nel regno del fratello di Andrea, Luigi d'Angiò re d'Ungheria (1347). Poco dopo la morte del marito, Giovanna , chiusa una relazione col cugino Roberto, ne sposava il fratello Luigi, principe di Taranto (1346). Mentre Luigi d'Ungheria seminava il terrore nel regno per vendicare il fratello, la regina e il marito fuggivano in Provenza e Giovanna otteneva dal papa il riconoscimento della sua estraneità all'assassinio di Andrea. In questa occasione Giovanna cedette alla Chiesa Avignone ed ebbe inoltre dal papa aiuti per ricuperare il regno, vassallo della Chiesa. Così nel 1348, partito dal regno Luigi d'Ungheria, la regina vi rientrò con notevoli forze che combatterono con le guarnigioni ungheresi rimaste fino al 1352. Questa guerra si svolse proprio durante l'infierire della peste nera, scatenò l'anarchia dei baroni e la violenza e rapacità delle bande mercenarie, che si prolungarono anche dopo la pace conclusa nel 1352. Contemporaneamente Giovanna e Luigi tentarono, ma senza successo, di ricuperare la Sicilia aragonese. Vedova per la seconda volta nel 1362, Giovanna sposò l'anno stesso Giacomo d'Aragona (o di Maiorca) e, morto anche costui (1375), Ottone di Brunswick (1376), nessuno dei quali fu tuttavia associato al trono, né ebbe da lei figli. Nel 1372, con la Pace di Catania, la regina rinunciò definitivamente ai diritti angioini sulla Sicilia. All'aprirsi dello Scisma d'Occidente (1378), Giovanna riconobbe l'antipapa Clemente VII e al tempo stesso designò quale suo successore, in mancanza di eredi diretti, Luigi I d'Angiò, fratello del re di Francia Carlo V. Il legittimo papa Urbano VI sostenne invece il diritto alla successione di Carlo III di Durazzo, precedentemente designato da Giovanna come proprio erede; questi nel 1381 entrava in Napoli già incoronato dal papa a Roma. Giovanna , dopo breve resistenza in Castel Nuovo, si arrese e fu relegata nel castello di Muro Lucano, dove nel maggio successivo fu strangolata per ordine di Carlo di Durazzo.

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