Gentile, Emilio
storico italiano (Bojano 1946). Al termine degli studi universitari si dedica alla carriera accademica. Allievo dello storico Renzo De Felice (a cui nel 2003 dedicherà il saggio Renzo De Felice: lo storico e il personaggio) si interessa inizialmente alla storia politica e culturale dell’Italia giolittiana, in particolare alla Voce di Prezzolini (La Voce e l’età giolittiana, 1972), per dedicarsi poi allo studio del fascismo (Le origini dell’ideologia fascista, 1975). Le sue ricerche indagano soprattutto gli ambiti del consenso di massa al fascismo e ai totalitarismi, senza trascurare i temi legati al concetto di nazione e ai suoi stretti legami con il fideismo politico. Su questi argomenti vanno segnalati, in particolare, i saggi Il mito dello Stato nuovo dall'antigiolittismo al fascismo (1982), Il culto del littorio: la sacralizzazione della politica nell'Italia fascista (1993), Le religioni della politica: fra democrazie e totalitarismi (2001), Il fascino del persecutore: George L. Mosse e la catastrofe dell'uomo moderno (2007). La sua opera più recente (Quando Mussolini non era il duce, 2020) mette a fuoco gli anni giovanili di B. Mussolini. Considerato il più autorevole storico italiano del fascismo, Gentile è stato docente di Storia Contemporanea alla Sapienza di Roma ed è attualmente professore emerito presso lo stesso ateneo. Nel 2106 è stato eletto all’Accademia Nazionale dei Lincei.