Gadamer, Hans Georg
filosofo tedesco (Marburgo 1900-Heidelberg 2002). Allievo di Natorp e poi di Heidegger, al cui pensiero è particolarmente legato, ha insegnato a Lipsia, Francoforte e Heidelberg. Le linee principali della sua ricerca sono raccolte in Verità e metodo. Lineamenti di un'ermeneutica filosofica (1960). L'ermeneutica non è il semplice insieme delle tecniche dell'interpretazione; l'interpretazione è piuttosto l'atto significativo e centrale dell'esistenza umana. Così nell'ermeneutica Gadamer indica il “movimento fondamentale dell'esistenza, che la costituisce nella sua finitezza e nella sua storicità, e che abbraccia così tutto l'insieme della sua esperienza nel mondo”. Il pensiero di Gadamer si è incentrato, negli anni Ottanta, sullo studio del linguaggio e della verità; la sua ermeneutica filosofica ha influenzato il dibattito contemporaneo, come testimoniano le numerose traduzioni delle sue opere, anche in italiano: Studi platonici (2 vol., 1984), Attualità del bello (1986), I sentieri di Heidegger (1987), L'anima alle soglie del pensiero nella filosofia greca (1988), Chi sono io, chi sei tu (1989), L'eredità dell'Europa (1991). Negli anni Novanta l'ermeneutica di Gadamer si è rivolta verso la filosofia pratica, l'etica, in un'analisi fortemente unita alla riflessione sul ruolo della ragione e della scienza nella società odierna. Convinto che la ragione non sia in grado di affrontare e risolvere i problemi connessi con lo sviluppo scientifico, egli la fa diventare una sorta di phrónesis aristotelica, di saggezza che collega l'intelletto con la realtà concreta. Questa risposta alle filosofie novecentesche dell'irrazionalismo lo porta a un chiaro appello alla solidarietà planetaria, cui dà voce in Che cos’è la prassi? Le condizioni di una ragione sociale in La ragione nell’età della scienza (1991). Si segnalano, oltre all'ultima edizione di Verità e metodo (1995), le opere complete L’inizio della filosofia occidentale (1993), Dove si nasconde la salute (1994), Il movimento fenomenologico (1994).