Fudō-myōō
(sanscrito Arya acalanātha). Nel culto giapponese del buddhismo, una delle divinità più venerate e diffuse: è la più importante dei cinque myōō (l'equivalente dei cinque metafisici Dhyani-Buddha del pantheon buddhista dell'India). Il culto di Fudō-myōō in Giappone risale all'epoca Heian, una delle più alte nella storia della civiltà giapponese, in cui si colloca la definizione iconografica delle maggiori divinità buddhistiche. La rappresentazione di Fudō-myōō nell'arte giapponese risale appunto a quest'epoca (Fudō rosso, dipinto su seta, epoca Heian; Wakayana, Koyasan, Myooin), secondo una convenzione iconografica protrattasi nei secoli. Popolare in Giappone è la rappresentazione di Fudō-myōō eretto, in posa guerriera, sullo sfondo d'una dilatata aureola fiammeggiante (simbolo di virtù), con l'espressione di terribilità tipica della divinità giustiziera, armato di spada (simbolo di altre virtù e di misericordia) e di corda sistemata a mo' di laccio, per rompere con la prima le tenebre dell'ignoranza e frenare con la seconda i nemici della verità (in questo caso il buddhismo). Questa raffigurazione di Fudō-myōō comparve nell'antico Giappone nelle espressioni della pittura (Fudō, rotolo dipinto a inchiostro da Shinkai nel 1282; Kyōto, Daigo-ji) e della scultura (Fudō-myōō, scultura in legno eseguita in epoca Kamakura; Nara, Toda-ji). Successivamente tale rappresentazione tornò, di preferenza, nelle decorazioni delle armi e armature, incisa, scolpita e cesellata a freddo nelle lame di pugnali e spade; ageminata, con intarsi di leghe di metalli dorati e argentati, sulla superficie di corazze del ricco e prestigioso armamento del periodo Tokugawa (sec. XVII-XIX).