Formalismo in ètica e l'ètica materiale del valóre, Il-
opera di Max Scheler pubblicata nel 1927 con il titolo Der Formalismus in der Ethik und die materiale Werthethik e in traduzione italiana nel 1944. È un'opera filosofica, inscritta nel solco preciso della fenomenologia husserliana, in cui Scheler tenta di trovare il carattere oggettivo dei valori e il loro ordine eterno e gerarchico. Per il filosofo tedesco, il soggetto non può cogliere i valori con l'intelletto, che nei loro confronti è cieco “come l'orecchio e l'udito nei confronti dei colori”, ma può farlo attraverso una particolare forma di esperienza che egli chiama “intuizione emozionale” o “sentimentale”. Il sentimento, dunque, partecipa della capacità di cogliere l'universale e, anzi, fonda l'etica dei valori. È un “sentimento di preferenza” che dà la successione gerarchica dei valori: da quelli legati al sentire sensibile (piacevole-spaicevole, utile-dannoso ecc.) ai valori vitali (salute-malattia, giovinezza-vecchiaia ecc.) ai valori spirituali (bellezza, diritto, conoscenza ecc.) a, infine, quelli religiosi, che possono essere colti attraverso l'amore, per Scheler l'atto più alto dell'intenzionalità emotiva. Sulla base di questa gerarchia di valori, Scheler arriva poi a definire diversi tipi di comunità sociale, la cui gerarchia corrisponde a quella dei valori: avremo così la massa, la comunità vitale, la comunità giuridica e la comunità d'amore.