Fontana, Luciano
Giornalista (Frosinone, 1959). Conseguita la maturità scientifica, si laurea in Filosofia del linguaggio con una tesi su Linguaggi ordinari e linguaggi formali in Karl Popper, discussa con Tullio De Mauro all’Università La Sapienza di Roma. Attivo nella Federazione Giovanile Comunista Italiana, dove conosce Massimo D’Alema, nel 1982 inizia la carriera giornalistica come corrispondente ANSA a Frosinone. Nel 1986 viene assunto come praticante a L’Unità dove rimane fino al 1997 occupandosi di politica e cronaca giudiziaria. Sotto la direzione di Walter Veltroni, passa alle funzioni centrali del quotidiano. Nel 1997 lascia L’Unità e arriva a Milano nella redazione del Corriere della Sera come numero due di Paolo Ermini all’ufficio centrale (vicecaporedattore centrale), sostituendo Alessandro Sallusti. Nel 2000 diventa caporedattore centrale con a fianco prima Claudio Lindner, poi Barbara Stefanelli. Nel 2003, con il passaggio della direzione da Ferruccio de Bortoli a Stefano Folli, viene nominato vice direttore. Mantiene il ruolo con Paolo Mieli, un periodo nel quale oltre alla cura della realizzazione del quotidiano cartaceo, si occupa insieme al responsabile di Corriere.it Marco Pratellesi dello sviluppo del sito Internet. Nel 2006 gli viene data anche la delega alle relazioni sindacali, confermatagli da de Bortoli che, al suo ritorno in via Solferino nel marzo 2009, nomina Fontana condirettore. Dal 2015 succede a de Bortoli come direttore del Corriere della Sera garantendo una continuità con il predecessore e con la classica impostazione del quotidiano milanese anche a seguito dell’ingresso in RCS di Urbano Cairo. Nel 2018 pubblica Un Paese senza leader. Storie, protagonisti e retroscena di una classe politica in crisi, un saggio nel quale Fontana indaga il quadro politico seguito alle elezioni politiche di quell’anno: gli errori della sinistra e la scissione del PD; la crisi di Forza Italia e di Berlusconi e le nuove spinte del Centrodestra; l’irrompere sulla scena dei nuovi esponenti del M5S e la svolta nazionalista della Lega Nord.