Enrico V (imperatore)
imperatore (? 1081-Utrecht 1125). Secondogenito di Enrico IV e di Berta di Savoia, re di Germania dal 1099, salì al trono nel 1106 dopo aver capeggiato (come già in precedenza il fratello Corrado) il partito dei principi e della Chiesa in un'aspra rivolta contro il padre, che costrinse ad abdicare. Cinta la corona, riprese tuttavia la politica paterna in difesa delle prerogative dell'impero, particolarmente contro il papato nella lotta delle investiture. Sceso in Italia nel 1110, parve accettare con l'Accordo di Sutri (1111) il principio della elezione dei vescovi da parte del pontefice (il quale da parte sua avrebbe dovuto restituire tutti i beni temporali che la Chiesa aveva avuto dall'impero, da Carlo Magno in poi). Subito dopo tuttavia fece prigioniero il papa, costringendolo a riconoscere l'investitura laica dei vescovi. Mentre il Concilio di Roma (1112) annullava questo riconoscimento perché ottenuto con la violenza, una scomunica papale raggiungeva per di più Enrico V che, tornato in Germania, era impegnato da una sollevazione capeggiata da Lotario di Sassonia e Adalberto di Magonza, i quali ottennero un'importante vittoria a Welfesholz (1115). Il contrasto col papato si aggravò negli anni successivi per la questione dei beni di Matilde di Canossa, da questa lasciati alla Chiesa senza riguardo alle prerogative di superiorità feudale dell'impero. Enrico V si impossessò della “eredità matildina” nel corso di una seconda spedizione in Italia (1116) e due anni dopo tentò di opporre al pontefice Gelasio II l'antipapa Gregorio VIII. Solo con Callisto II si avviarono nuove, lunghe trattative che condussero al Concordato di Worms (1122): il sovrano rinunciava alla investitura canonica (con il pastorale e con l'anello), riservandosi quella temporale. Con la morte di Enrico V, che non lasciava eredi, si estinse la dinastia e si aprì in Germania la lotta fra guelfi e ghibellini.