Endimióne
(greco Endymíōn), mitico eroe greco cui si attribuiva la colonizzazione dell'Elide (Peloponneso). È detto a volte figlio di Zeus e a volte figlio del re Atlio e di Calica; varia anche il nome della sua sposa e il numero dei suoi figli; tra questi: Peone, Epeio, Etolo (eponimo degli Etoli) e Pisa (eponima della città di Pisa nell'Elide). Endimione è messo in relazione con il mondo notturno: un mito ne fa l'amante di Selene (la Luna), che per lui ottiene un sonno eterno che lo preserva dalla corruzione, dalla vecchiaia e dalla morte. È rappresentato come giovane pastore nell'arte ellenistica e romana, in pitture pompeiane, in rilievi (famoso quello dei Musei Capitolini con Endimione dormiente mentre il cane abbaia) e su sarcofagi. § Il mito, conosciuto in diverse e contrastanti versioni, è stato poi ripreso in numerose creazioni letterarie: in un canzoniere amoroso di B. Cariteo (1506), in un dramma allegorico di J. Lyly (seconda metà sec. XVI), in una favola pastorale di A. Guidi (fine sec. XVII), in un'azione teatrale di Metastasio (1720), in un'opera di Haydn (1770), in un poemetto narrativo di J. Keats (1818), in un poema drammatico di S. Aleramo (1923) e in un dramma satiresco di A. Loria (1947).