Elisabètta (imperatrice di Russia)
imperatrice di Russia (Kolomenskoe 1709-Pietroburgo 1762). Figlia di Pietro il Grande, salì al trono nel 1741, sbarazzandosi con un colpo di stato dello zar Ivan VI (che aveva un anno e mezzo) e di sua madre, la reggente Anna Leopoldovna. Graziosa, vivace, amante dei divertimenti, Elisabetta portò nella vita di corte gli usi e la lingua di Francia e, per quanto poteva, l'influsso di quella civiltà, allora dominatrice dell'Europa. La leggerezza del carattere, l'ignoranza, la crudeltà di certi suoi capricci non le impedirono di conquistarsi le simpatie del popolo russo e specialmente delle alte classi: Elisabetta era una “vera russa” e il suo governo era certamente migliore di quello dei decenni precedenti, dominato dai favoriti tedeschi e perciò unanimemente odiato. L'imperatrice seppe scegliere per la direzione degli affari uomini assai capaci, quali Pëtr e Ivan Suvalov e Aleksej Bestužev-Rjumin, responsabile della politica estera. Fu però eccessivamente indulgente con la nobiltà, a cui conferì il diritto esclusivo di possedere la terra con gli uomini che la coltivavano. Sotto il suo regno si ebbero progressi nella legislazione (fra l'altro venne abolita la pena di morte), nell'istruzione (1755: fondazione dell'Università di Mosca) e nella vita civile. In politica estera raccolse successi con le vittorie militari sulla Svezia e sulla Prussia di Federico II. Poté così presentare all'Europa una Russia ricca di iniziative, tesa a raggiungere una posizione di riguardo tra le potenze europee.