Ebadi, Shirin
avvocatessa iraniana (Teheran 1947). Conseguita la laurea in legge all'Università di Teheran, fu la prima donna iraniana ad assumere l'incarico di presidente di sezione del tribunale della capitale, incarico che però dovette abbandonare in seguito alla rivoluzione islamica del 1979. Intraprese così la professione di avvocato che la portò a difendere gli oppositori del regime e a impegnarsi nella difesa dei diritti civili nel suo Paese, posizione per la quale dovette subire numerosi arresti. Nel 1994 ha fondato l'Associazione per il sostegno dei diritti dei bambini in Iran. Nel 2000 ha ricevuto un'accusa di disturbo alla quiete pubblica per aver diffuso il video in cui un membro di un gruppo di fondamelisti islamici affermava di essere stato incaricato dai membri più conservatori del governo di compiere violenze a scopo intimidatorio contro gli esponenti più riformisti, ed è stata condannata alla sospensione dalla professione forense per 5 anni (pena poi ridotta). Nel 2003 è stata insignita del premio Nobel per la pace. Nel 2007 è stata insignita anche del Premio Internazionale Vittorino Colombo. Nel 2009, mentre Shirin Ebadi si trovava a Londra, la polizia iraniana è entrata nel suo appartamento, malmenando il marito e sequestrando il Premio Nobel, adducendo come motivazione che la Ebadi doveva al fisco iraniano più di 400000 dollari di tasse arretrate per il Nobel, nonastante la legislazione dell'Iran affermasse chiaramente che Premi e riconoscimenti sono esentasse. Shirn Ebadi ha pubblicato tre libri: il primo, edito nel 2006, e scritto insieme alla giornalista Azadeh Moaveni, si intitola Il mio Iran. Una vita di rivoluzione e speranza; il secondo libro, uscito nel 2008 titola La gabbia d'oro. Tre fratelli nell'incubo della rivoluzione iraniana; mentre l'ultimo, uscito 2016, si chiama Finché non saremo liberi. Iran la mia lotta per i diritti umani.